martedì 29 dicembre 2009

Ecco in breve i contenuti della legge finanziaria 2010

Ecco in breve i contenuti della legge finanziaria 2010:

NUOVE RISORSE: Le nuove risorse vengono reperite attraverso 3,7 miliardi in arrivo dallo scudo fiscale a cui si aggiungono i 3,1 miliardi versati dall'Inps, provenienti dal Tfr dei lavoratori dipendenti del settore privato. I risparmi in arrivo grazie agli accordi con le province di Trento e Bolzano e della regione autonoma Trentino- Alto Adige sono pari a un miliardo. Altri 350 milioni provengono dalla riapertura dei termini per la rideterminazione dei valori di acquisto dei terreni edificabili. La dismissione degli immobili da parte dello Stato portera' altri 250 milioni e la riduzione di alcuni altri 420 milioni: 100 mln dal fondo sociale per l'occupazione 100 milioni; 200 mln dal fondo per le aree sottoutilizzate e 120 mln dal fondo strategico per il paese a sostegno dell'economia reale. Dalle misure in materia di accertamento delle frodi per invalidita' civile arriveranno altri 50 milioni, dalla riduzione di spesa delle autonomie locali 48 milioni e dei contribuiti delle comunita' montane e dei piccoli comuni 10 milioni. Infine 9,2 milioni arrivano dalla riduzione degli accrediti alle Agenzie.

UTILIZZO: Le maggiori risorse vanno al rifinanziamento del Fondo sanitario nazionale (584 milioni), del Fondo per le non autosufficienze (400 milioni) e del Fondo Politiche sociali (150 milioni). Un miliardo va all'anticipazione di liquidita' alle regioni interessate dai Piani di rientro dai disavanzi sanitari per l'estinzione dei debiti pregressi fino al 2005. Mentre 800 milioni sono destinati alla proroga della disciplina inerente la detassazione dei contratti di produttivita'. Le misure in materia di agevolazioni contributive per i datori di lavoro che assumono lavoratori beneficiari dell'indennita' di disoccupazione con requisiti normali che abbiano almeno 50 anni costano 120 milioni, altri 40 milioni vanno alla contribuzione figurativa per i lavoratori con almeno 35 anni di anzianita' che accettino un'offerta di lavoro che un livello retributivo inferiore, mentre 65 milioni vanno all'inserimento o reinserimento di determinate categorie di lavoratori svantaggiati.La riduzione Irpef per il trattamento economico accessorio del personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico costa 60 milioni, le risorse per le imprese che investono in ricerca altri 200 milioni. Mentre al rifinanziamento del Fondo per le missioni di pace vanno 750 milioni; all'integrazione dello stanziamento ai fini del rimborso ai comuni delle minori entrate derivanti dall'Ici 1,7 miliardi. Per la deroga al blocco del turn over per i corpi di polizia ed il corpo nazionale dei vigili del fuoco, autorizzati a procedere, secondo specifiche modalita', ad assunzioni di personale a tempo indeterminato servono 115 milioni. All'incremento del Fondo per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio altri 50 milioni, mentre al rifinanziamento del Fondo solidarieta' incentivi assicurativi in agricoltura 52 milioni e al differimento dei termini di pagamento dei versamenti fiscali e contributivi sospesi in seguito del sisma in Abruzzo 170 milioni. Mentre la sperimentazione dell'aliquota fissa al 20% per gli affitti costa 1,5 milioni. Infine per la costituzione della Banca del Mezzogiorno sono destinati 9,2 milioni.

PATTO SALUTE: Si prevede un incremento di 584 milioni per il 2010 e 419 milioni nel 2011 rispetto alle somme di finanziamento determinate in precedenza. Nel 2012 l'incremento e' del 2,8% sul totale dell'anno precedente. Complessivamente nel 2010 le regioni avranno 106,2 mld, 108,6 mld nel 2011 e 111,6 mld nel 2012. Per le regioni in rosso e' previsto un incremento dell'addizione Irpef (+0,3%) e dell'Irap (+0,15%) e l'utilizzo dei fondi Fas. Le regioni con piani di rientro per l'estinzione dei debiti fino al 2005 potranno chiedere allo Stato un anticipo di un miliardo di euro. Il fondo per le non autosufficienze arriva a 400 milioni di euro.
SCUDO FISCALE: Viene distribuito parte del gettito in arrivo dal rientro dei capitali all'estero. La tabella prevede la destinazione di 2,2 miliardi di euro tra cui figurano: 400 milioni di euro al 5 per mille, di 103 milioni ai libri scolastici, 100 milioni al fondo di solidarieta' per l'agricoltura, 400 milioni per l'universita'. Alle scuole private vanno 130 milioni mentre per l'autotrasporto sono in arrivo 400 milioni. Altri 571 milioni vanno alla stipula di convenzioni con i comuni per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili e agli enti locali danneggiati dal sisma in Abruzzo.

ACCONTO IRPEF: Il decreto legge che contiene la riduzione del 20% dell'acconto Irpef di novembre confluisce nella manovra. La norma sposta parte del pagamento degli acconti dell'imposta sui redditi, al prossimo anno in sede di conguaglio. L'intervento consente, inoltre, di superare l'ostacolo legato a problemi di cassa e competenza dello scudo fiscale, che copre momentaneamente il mancato gettito. La sanatoria, infatti, chiudendo i termini il 15 dicembre 2009 non consentirebbe di utilizzare il gettito sul 2010. Ma grazie alla proroga per il pagamento degli acconti sara' possibile, con la 'restituzione' da parte dei contribuenti del versamento, utilizzare le risorse per le voci indicate dallo scudo. Per chi ha gia' versato l'acconto, si legge nel testo, potra' recuperare l'imposta nei primi pagamenti utili.

PA: Vengono stanziate le risorse per i rinnovi contrattuali per il triennio 2010-2012 relativi al personale delle pubbliche amministrazioni. In particolare si dispongono stanziamenti sia per il personale statale 'contrattualizzato' sia per il personale statale in regime di diritto pubblico. Arriva anche il cedolino unico, per i dipendenti della pubblica amministrazione. Dal primo gennaio 2011 le competenze fisse (stipendio) e le competenze accessorie (straordinari, ecc.) saranno pagate non piu' separatamente, come accade attualmente, ma tutto confluira' nella busta paga. La misure dovrebbe creare un maggior gettito Irpef una tantum di 200 milioni di euro per il 2011.

ABRUZZO: Il versamento dei tributi e' sospeso fino a giugno 2010. I contribuenti dovranno restituire le imposte non versate in rate entro 60 mesi. Solo per L'Aquila viene introdotta, in via sperimentale, la cedolare secca al 20% per gli affitti delle case. IMPRESE: Arriva il credito d'imposta per le regioni che investono in ricerca e innovazione. Rispetto al fondo inizialmente stabilito per il prossimo anno, di 650 milioni di euro, vengono aggiunti altri 200 milioni portando il totale per il prossimo anno a 850 milioni. SCUOLA: Per la messa in sicurezza degli immobili scolastici vengono stanziati 300 milioni di euro. Pertanto, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge finanziaria, devono essere individuati gli interventi immediatamente realizzabili. AMBULANTI: Il Durc, cioe' il documento di regolarita' contributiva, sara' obbligatorio anche per gli ambulanti, nel caso in cui le regioni lo richiedano. Le regioni inoltre potranno anche stabilire le modalita' con cui i comuni dovranno effettuare le verifiche.
ENTI LOCALI: Arrivano diverse misure che interessano gli enti locali. E' prevista una riduzione del contributo che lo Stato versa a comuni e province che portera', di conseguenza, alla riduzione del 20% del numero di consiglieri comunali. Il risparmio complessivo per il prossimo anno e' stimato in 48 milioni. Riduzione complessiva di 10 milioni per dei contributi a favore delle comunita' montane e dei piccoli comuni con particolari caratteristiche. Per la regione del Trentino Alto Adige e le province di Trento e Bolzano aumenta l'autonomia in compenso di una riduzione delle risorse che lo Stato versa. Gli effetti positivi sul saldo netto da finanziare sono stimati in 1,1 miliardi per il prossimo anno.

MAFIA: I beni confiscati alla mafia potranno essere venduti, se non sono di utilita' sociale. Avranno diritto di prelazione le forze armate e il personale delle forze di polizia, che possono costituire cooperative edilizie. Anche gli enti locali avranno diritto di prelazione.

EDITORIA: viene limitata l'erogazione dei contributi e delle provvidenze all'editoria all'effettivo stanziamento di bilancio. Le risorse vengono quindi ripartite in quote proporzionali all'ammontare del contributo spettante per legge a ogni impresa.

TFR: Anche nel 2010 il fondo del Tfr che non viene destinato alla previdenza complementare continuera' ad essere versato da parte dell'Inps nel bilancio dello Stato, consentendo al governo il suo utilizzo.

ICI: Arrivano i rimborsi per ai comuni, dopo l'abolizione dell'imposta per le prime case, relativi agli anni 2008 e 2009. La trasmissione delle certificazioni del maggiore gettito Ici accertato deve avvenire perentoriamente entro il 31 marzo 2010, a pena di decadenza, con modalita' e termini stabiliti con decreto del Ministero dell'Economia e delle finanze, di concerto con il ministero dell'Interno.

ROMA CAPITALE: Seicento milioni per il prossimo anno, come anticipo di tesoreria. Le risorse saranno trovate attraverso la dismissione di immobili della Difesa.

MISSIONI INTERNAZIONALI: In arrivo 750 milioni per i rifinanziamento della missioni all'estero.

BANCA DEL SUD: anche il ddl che istituisce la banca del sud confluisce nella finanziaria. L'intenzione di inserire il provvedimento nella manovra era stato annunciato da tempo dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.

FONDI IMMOBILIARI: Il ministero della Difesa, al fine di reperire le risorse necessarie per soddisfare le esigenze infrastrutturali e alloggiative delle forze armate, puo' promuovere la costituzione di uno o piu' fondi comuni di investimento immobiliare, d'intesa con i comuni.

TURN OVER: Ricambio al 100% per le forze di polizia e vigili del fuoco.

AMBIENTE: Un miliardo di euro, il prossimo anno, per il dissesto idrogeologico.

UNIVERSITA' E RICERCA: Per la determinazione annuale del fabbisogno finanziario delle universita' e degli enti pubblici di ricerca, nel triennio 2010-2012 la sua crescita non puo' essere superiore al fabbisogno finanziario determinato a consuntivo nell'anno precedente, incrementato di un tasso pari al 3% per il sistema universitario e al 4% per gli enti pubblici di ricerca.

RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE: Viene prorogata al 2010 la detrazione Irpef del 36% e viene trasformato da regime transitorio a regime definitivo l'aliquota Iva agevolata al 10%.

DIFESA SERVIZI SPA: Viene istituita la societa' che sara' controllata dal ministero e che gestira' l'acquisizione dei beni connessi alle prestazioni delle Forze Armate e degli gli immobili militari. Arriva anche il copyright per i marchi delle forze armate.

VENETO E FRIULI VENEZIA GIULIA: Viene integrato con 10 milioni di euro il Fondo della protezione civile destinando ai territori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia colpiti dagli eccezionali eventi meteorologici del 6 giugno 2009.

AUTORITA': E' previsto il trasferimento di risorse tra autorita' indipendenti. Si prevedono trasferimenti tra le diverse authority (Antitrust, Agcom, Autorita' per l'energia, Isvap).

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

http://www.bosettiegatti.com/info/norme/statali/2001_0380.htm

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Circolare 7 agosto 2003, n. 4174
Decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, come modificato ed integrato dal decreto legislativo 27 dicembre 2002, n. 301.
Chiarimenti interpretativi in ordine alla inclusione dell'intervento di demolizione e ricostruzione nella categoria della ristrutturazione edilizia
(G.U. n. 274 del 25 novembre 2003)

1. Premessa.

Con la presente circolare questo Ministero intende far conoscere il proprio avviso sulla disposizione di cui all'art. 1, comma 6, lettera b), della legge 21 dicembre 2001, n. 443, recepita dall'art. 3, comma 1, lettera d), del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 (in seguito Testo unico), come modificato ed integrato dall'art. 1, lettera a), del decreto legislativo 27 dicembre 2002, n. 301 (in seguito Testo unico coordinato), che ha compreso nella ristrutturazione edilizia gli interventi di «demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma», assoggettandoli a denuncia di inizio attività.
Ciò al fine di fornire indirizzi per una interpretazione uniforme ed omogenea della norma e per una sua conseguente corretta applicazione, considerata anche la notevole incidenza della stessa sul patrimonio edilizio esistente: è noto, infatti, che gli interventi di recupero e riqualificazione hanno assunto, negli ultimi anni, rilevanza e diffusione crescente e costituiscono componente non secondaria della politica urbanistico-edilizia di molti enti territoriali e che, inoltre, la formazione degli strumenti urbanistici si attiene, sempre più di frequente, a criteri del massimo possibile recupero e riuso del territorio urbanizzato e delle aree edificate esistenti, anche al fine di contenere il ricorso all'edificazione di nuovi ambiti territoriali.

Ulteriori motivi sulla necessità di orientare l'applicazione della norma si individuano nell'importanza, da un lato, di fornire criteri guida in modo da agevolare i comportamenti amministrativi dei comuni evitando possibili assunzioni di atti illegittimi; dall'altro, nell'esigenza di assicurare, mediante una certezza interpretativa, tutela ai professionisti in considerazione delle notevoli responsabilità affidate agli stessi su compiti in precedenza assegnati agli uffici pubblici.
I professionisti, infatti, sono tenuti ad asseverare la conformità dell'intervento oggetto della Dia agli strumenti urbanistici adottati o approvati ed ai regolamenti edilizi vigenti, nonché il rispetto delle norme di sicurezza e di quelle igienico-sanitarie, ed assumono, inoltre, la qualità di persone esercenti un servizio di pubblica necessità ai sensi degli articoli 359 e 481 del codice penale.
Conseguentemente l'amministrazione, in caso di dichiarazioni non veritiere, ne dà comunicazione al competente ordine professionale per l'irrogazione delle sanzioni disciplinari.
E' in ogni caso da evidenziare che l'attestazione circa la consistenza delle volumetrie esistenti avviene, da parte del professionista incaricato, tramite adeguata documentazione grafica e fotografica, con le modalità eventualmente stabilite dal regolamento edilizio comunale.

La verifica della legittimità delle preesistenze, nel caso di richiesta di permesso di costruzione, spetta all'amministrazione che, una volta ricevuta la richiesta, provvederà a controllare la sussistenza dei titoli abilitativi originari con relative varianti (permessi di costruzione, concessioni edilizie, autorizzazioni edilizie, denunce di inizio attività, concessioni o autorizzazioni in sanatoria) e dei provvedimenti di disciplina edilizia adottati per eventuali abusi presenti nell'edificio.

Qualora si proceda con Dia, utilizzando la facoltà di cui all'art. 22 del Testo unico coordinato, la situazione delle preesistenze, in quanto presupposto legittimante l'operazione di ristrutturazione mediante demolizione e ricostruzione, deve essere oggetto di ricognizione nella relazione asseverata di cui all'art. 23, comma 1, del Testo unico, sulla base degli elementi forniti dal proprietario ovvero delle ricerche condotte dal professionista.
Peraltro, considerata la natura ricognitiva di tale attività, il professionista non assume alcuna responsabilità circa l'effettiva situazione della costruzione con riferimento alla disciplina urbanistico-edilizia pregressa, essendo il contenuto della relazione circoscritto ai risultati della ricerca condotta ed ai dati forniti dal proprietario.
Tale incombente potrà in ogni caso assolversi anche mediante richiesta di ogni opportuna informazione e documentazione allo sportello unico per l'edilizia di cui all'art. 5, comma 1, del Testo unico.
Si precisa, infine, che i pareri e gli atti di assenso, nel caso di denuncia di inizio attività, devono essere acquisiti direttamente dall'interessato ed allegati alla richiesta.
E', comunque, facoltà del richiedente produrre pareri ed atti di assenso anche per il rilascio del permesso di costruire, in quanto lo sportello unico è demandato a provvedere solo qualora tale documentazione non sia stata acquisita dal richiedente.

2. Gli orientamenti giurisprudenziali sull'equiparazione della demolizione e ricostruzione alla ristrutturazione.

Antecedentemente all'entrata in vigore della legge 21 dicembre 2001, n. 443, la giurisprudenza amministrativa si era occupata più volte della questione relativa alla possibilità di far rientrare, nell'ambito della ristrutturazione edilizia di cui all'art. 31, comma 1, lettera d), della legge del 5 agosto 1978, n. 457, anche l'intervento di demolizione e fedele ricostruzione del fabbricato.
Si è venuto, pertanto, a formare un consolidato indirizzo giurisprudenziale secondo cui «nel concetto di ristrutturazione edilizia devono annoverarsi anche gli interventi consistenti nella demolizione e successiva fedele ricostruzione di un fabbricato» (cfr. Cons. Stato, sez. V, 5 marzo 2001, n. 1246; id., 28 marzo 1998, n. 369; id., 14 novembre 1996, n. 1359; id., 9 febbraio 1996, n. 144; id., 23 luglio 1994, n. 807; id., 6 dicembre 1993, n. 1259; id., 3 febbraio 1992, n. 86; id., 3 gennaio 1992, n. 4; id., 4 aprile 1991, n. 430; id., 20 novembre 1990, n. 786; id., 9 luglio 1990, n. 594; id., 30 settembre 1988, n. 946; id., 28 giugno 1988, n. 416; id., 17 ottobre 1987, n. 637; id., 21 dicembre 1984, n. 958).

L'equiparazione della demolizione e ricostruzione alla ristrutturazione veniva dalla giurisprudenza essenzialmente motivata con la considerazione che «il concetto di ristrutturazione è necessariamente legato concettualmente ad una modifica e a una salvezza finale (quantomeno nelle sue caratteristiche fondamentali) dell'esistente (modifica che può essere generale o particolare e, quindi, dar luogo alla realizzazione di un fabbricato in tutto o in parte «nuovo»), ma non anche alla indispensabile conservazione, nella loro individualità fisica e specifica (tal quali essi sono e si trovano), dei medesimi elementi costitutivi dell'edificio o di alcuni tra essi (i principali)» (così Cons. Stato, sez. V, n. 946/1988).

3. Il recepimento normativo, con parziali innovazioni, dei principi affermati dalla giurisprudenza.

Il Testo unico, recependo il c.d. diritto vivente, costituito dagli orientamenti giurisprudenziali innanzi riportati, all'art. 3 aveva stabilito testualmente: «Nell'ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti nella demolizione e successiva fedele ricostruzione di un fabbricato identico, quanto a sagoma, volumi, area di sedime e caratteristiche dei materiali, a quello preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l'adeguamento alla normativa antisismica».

Tale formulazione è stata in seguito oggetto di una modifica ad opera dell'art. 1, comma 1, lettera a), del Testo unico coordinato che ha inteso conformarsi alla sopravvenuta norma della legge n. 443/2001. Conseguentemente, il testo definitivo vede sostituito il riferimento alla «fedele ricostruzione di un fabbricato identico, quanto a sagoma, volumi, area di sedime e caratteristiche dei materiali a quello preesistente» con «ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma di quella esistente».

4. Conseguenze giuridiche derivanti dall'equiparazione della demolizione e ricostruzione alla ristrutturazione.

4.1. Con riferimento alla disciplina edilizia.

In forza del ricordato disposto, la nuova definizione di ristrutturazione edilizia, comprendente anche la demolizione e ricostruzione di edifici con il rispetto della volumetria e sagoma preesistenti, prevale sulle disposizioni degli strumenti urbanistici generali e dei regolamenti edilizi, come già stabilito dall'art. 31, ultimo comma, della legge n. 457/1978 e confermato all'art. 3, ultimo comma, del Testo unico.

Va osservato, in proposito, che il mancato richiamo - nella nuova definizione voluta dal legislatore della n. 443/2001 - al parametro «dei materiali edilizi» non pone alcun particolare problema, mentre, per quanto riguarda «l'area di sedime», non si ritiene che l'esclusione di tale riferimento possa consentire la ricostruzione dell'edificio in altro sito, ovvero posizionarlo all'interno dello stesso lotto in maniera del tutto discrezionale.

La prima ipotesi è esclusa dal fatto che, comunque, si tratta di un intervento incluso nelle categorie del recupero, per cui una localizzazione in altro ambito risulterebbe palesemente in contrasto con tale obiettivo; quanto alla seconda ipotesi si ritiene che debbono considerarsi ammissibili, in sede di ristrutturazione edilizia, solo modifiche di collocazione rispetto alla precedente area di sedime, sempreché rientrino nelle varianti non essenziali, ed a questo fine il riferimento è nelle definizioni stabilite dalle leggi regionali in attuazione dell'art. 32 del Testo unico.

Resta in ogni caso possibile, nel diverso posizionamento dell'edificio, adeguarsi alle disposizioni contenute nella strumentazione urbanistica vigente per quanto attiene allineamenti, distanze e distacchi.

In ragione delle considerazioni espresse, per gli interventi di demolizione e ricostruzione inclusi nella ristrutturazione non può trovare applicazione quella parte della normativa vigente che detta prescrizioni per quanto riguarda gli indici di edificabilità ed ogni ulteriore parametro di carattere quantitativo (altezze, distanze, distacchi, inclinate, ecc.) riferibile alle nuove costruzioni.
Ciò in quanto il relativo rispetto potrebbe risultare inconciliabile con la demolizione e ricostruzione intesa come operazione da effettuarsi con la sola osservanza della sagoma e della volumetria preesistenti (ed in tale prospettiva, qualora non venga utilizzata per intero la sagoma e la volumetria esistenti, l'intervento non può essere incluso nella categoria della ristrutturazione edilizia).
Va però soggiunto che la demolizione e ricostruzione, rientrando per espressa declaratoria legislativa nella ristrutturazione edilizia, dovrà rispettare le prescrizioni ed i limiti dello strumento urbanistico vigente per quanto compatibili con la natura dell'intervento e quindi non in contrasto con la possibilità, esplicitamente prevista dal legislatore, di poter operare la ricostruzione attenendosi al solo rispetto di sagoma e volume.

Più specificatamente la demolizione e ricostruzione può comportare aumenti della superficie utile nei limiti consentiti o non preclusi per la ristrutturazione edilizia: in proposito, deve ritenersi insita nella natura di tale intervento la possibilità di aumento della superficie utile con il conseguente incremento del carico urbanistico, stante la fondamentale ratio legislativa di favorire il rinnovo del patrimonio edilizio anche sotto un profilo tecnico-qualitativo che comporta il più delle volte, per la stessa praticabilità dell'intervento, un diverso dimensionamento della superficie utile.
In relazione a tale indirizzo, nella revisione delle norme tecniche di attuazione dei piani urbanistici, dovrà essere attentamente ponderata la possibilità di estendere (o mantenere) anche per la demolizione e ricostruzione i limiti di aumento della superficie utile fissati in via generale per l'intervento di ristrutturazione edilizia, proprio per non vanificare la finalità di incentivare il ricorso alla demolizione e ricostruzione.
A tal fine, si precisa che qualora gli strumenti urbanistici generali ed i regolamenti edilizi, nelle more del recepimento delle definizioni di cui all'art. 3 del Testo unico, non considerino esplicitamente la demolizione e ricostruzione all'interno della categoria della ristrutturazione edilizia e quindi non disciplinino le modalità di attuazione di tali interventi, si ritiene ammissibile variare le superfici utili - potendo anche prevedere la modifica delle quote di imposta dei solai - nel solo rispetto di sagoma e volume.

In ogni caso, sono da considerare sempre consentiti gli aumenti di superficie dovuti all'adeguamento, in base a specifiche norme di legge, della dotazione di servizi (in relazione all'inserimento di impianti speciali per portatori di handicap, di impianti di sicurezza e simili).

Per quanto concerne lo standard relativo al dimensionamento di posti auto pertinenziali, è auspicabile che gli interventi di che trattasi prevedano l'adeguamento al rapporto minimo stabilito all'art. 2 della legge 24 marzo 1989, n. 122, a meno che documentate motivazioni di carattere tecnico (dovute, ad esempio, a problemi di accessibilità o di collegamento con la viabilità ordinaria o di inidonea struttura e consistenza del terreno) ne rendano impraticabile la realizzazione.
Peraltro, tale adeguamento deve considerarsi obbligatorio in caso di aumenti di superfici utili e nei limiti di tale incremento.

Restano comunque salve e vanno dunque rispettate le eventuali prescrizioni di piano regolatore o dei regolamenti edilizi vigenti di portata generale, valevoli cioè nell'intero territorio comunale o in singole zone urbanistiche, di carattere estetico-architettonico (ad esempio l'uso di alcuni materiali, le indicazioni sul colore per le superfici esterne, ecc.).
Ciò all'evidente fine di un armonico inserimento della nuova costruzione nell'ambiente urbano circostante.

4.2. Con riferimento alla disciplina urbanistica attuativa.

Qualora l'intervento ricada in ambito nel quale il piano attuativo, ritenuto dallo strumento urbanistico presupposto per l'edificazione, non sia ancora approvato, si applica quanto disposto all'art. 9, comma 2, secondo periodo, del Testo unico.
Tuttavia, nei casi in cui le norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale, in attesa della formazione del piano attuativo, consentano di avviare interventi manutentivi sul patrimonio edilizio esistente e comprendano espressamente, in tale fattispecie, la ristrutturazione edilizia, è possibile procedere alla demolizione e ricostruzione senza gli impegni a favore del comune, di cui al citato art. 9.

4.3. Con riferimento alle costruzioni oggetto di sanatoria.

Per quanto attiene alle modalità di attuazione degli interventi di demolizione e ricostruzione alle costruzioni oggetto di rilascio di concessione in sanatoria (in forma espressa o a seguito di formazione del silenzio assenso), occorre premettere che, ai sensi delle leggi 28 febbraio 1985, n. 47, e 23 dicembre 1994, n. 724, la procedura di sanatoria comporta l'equiparazione delle costruzioni abusive a quelle legittime, con conseguente inapplicabilità delle sanzioni amministrative, estinzione del reato e libera commerciabilità.

Ciò stante, i parametri da rispettare, in caso di demolizione e ricostruzione, sono quelli che definiscono l'oggetto stesso del condono e si identificano con gli elementi che hanno costituito riferimento per il computo dell'oblazione: quindi, oltre a volumetria e sagoma, anche destinazione d'uso e superficie, quest'ultima calcolata secondo le modalità indicate dal decreto del Ministro dei lavori pubblici del 10 maggio 1977, n. 801 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 146 del 31 maggio 1977).

Nel caso di demolizione e ricostruzione di opere eseguite in parziale difformità - per le quali, non potendo procedere alla demolizione per il pregiudizio alla parte eseguita in conformità, è stata applicata una sanzione pari al doppio del costo di produzione - partecipa alla volumetria e sagoma preesistente, in fase di ricostruzione, anche la parte oggetto di applicazione della sanzione.

In presenza di abusi non sanati consistenti in aumenti volumetrici, in caso di sussistenza dei presupposti per una sanatoria ai sensi dell'art. 13 della legge n. 47/1985 (ora art. 36 del Testo unico), è necessario conseguire prima il rilascio della concessione in sanatoria ai sensi della richiamata norma, per poter poi procedere alla demolizione e ricostruzione anche dei precisati aumenti. In difetto, le demolizione e ricostruzione dovrà essere limitata alla sola parte legittima.

Va soggiunto peraltro che, in sede di revisione o adeguamento dello strumento urbanistico, possono essere fissati, ove ritenuto necessario, limiti diversificati per le operazioni di demolizione e ricostruzione di immobili condonati, anche per quanto concerne le destinazioni d'uso e le variazioni di superfici utili consentibili, in relazione al grado di contrasto della costruzione condonata con le previsioni dello strumento urbanistico.

Quanto sopra vale sia per gli abusi sparsi che per i nuclei edilizi abusivi.

Diversamente, qualora le opere condonate siano incluse in varianti agli strumenti urbanistici generali finalizzati al recupero urbanistico degli insediamenti abusivi, ai sensi dell'art. 29 della legge n. 47/1985, o comunque siano state oggetto di nuova pianificazione successivamente all'entrata in vigore della legge n. 724/1992, i riferimenti normativi sono quelli contenuti nei piani appositamente predisposti.

Roma, 7 agosto 2003

Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti

Lunardi

venerdì 25 dicembre 2009

GIUDICATE VOI !!

martedì 22 dicembre 2009

DOVE FALLISCE LEODORI " LA DESTRA" VINCE !

DOMANI CARI AMICI VI DIRO' DOVE LEODORI HA FALLITO !!
Cons. Mario Procaccini

lunedì 21 dicembre 2009

RACCOLTA DIFFERENZIATA

domenica 20 dicembre 2009

ELEZIONI COMUNALI " ZAGAROLO "

Cari amici, prendo seriamente in considerazione la possibilità di creare una lista,poichè mi sono reso conto che tra politici vecchi e nuovi la volontà di cambiare è ben poca e come è mio solito non voglio uniformarmi allo squallido !
Vi terrò informati.
Sono gradite vostre opinioni:
Cons. Cav. Mario Procaccini.

venerdì 18 dicembre 2009

PLESSI SCOLASTICI " SICUREZZA "

CONSIGLIO COMUNALE DI ZAGAROLO
GRUPPO CONSILIARE “LA DESTRA”
Il consigliere Capo Gruppo
Cav. Mario Procaccini

COMUNICAZIONE AL CONSIGLIO COMUNALE
Sono state presentate varie interrogazioni con cui si chiedeva esplicita assicurazione che i plessi scolastici fossero rispettosi della normativa sulle condizioni generali degli stabili. Si vuole richiamare alla memoria l’interrogazione del 25.08.2006 cui il Comune di Zagarolo ha ritenuto di dover rispondere. In detta interrogazione (debitamente protocollata, la n.ro 25.08.2006 n. 19718 ed indirizzata al Sindaco, all’Ass. della Pubblica Istruzione , Ass. Lavori Pubblici) si chiedeva di dare assicurazione che “i plessi scolastici fossero formalmente funzionali ….” con specifico riguardo :
- alla condizione generale degli stabili
- condizioni generali ordine e pulizia locali
- condizioni generali impianti di riscaldamento
- condizioni generali impianto idrico
- condizioni generali su cancelli, porte di accesso al plesso scolastico ed aree di pertinenza ove gli alunni sostano durante le interruzioni scolastiche

Il Comune riteneva di rispondere asserendo che tutti i plessi scolastici, dunque Valle Martella Compresa sono dotati di certificato di agibilità, certificato statico e conformità degli impianti elettrici ed idraulici. Nella stessa risposta si afferma che “ nella variazione di bilancio iscritta all’ordine del giorno del precedente consiglio comunale sono stati inseriti i finanziamenti erogati dalla Regione Lazio pari a complessivi € 1.000.000,00 e finalizzati al miglioramento statico e igienico sanitario degli edifici scolastici”
Dunque con riguardo alla condizione generale degli stabili scolastici non risponde al vero che tutto è a norma se i finanziamenti ottenuti dal Comune vengono da questi impiegati per il miglioramento statico. Il certificato statico non è un documento che consente interventi sullo stabile scolastico. Lo statico assicura la sicurezza dell’immobile ragion per cui dopo detto documento la scuola può solo peggiorare se lasciata nella più totale incuria non può migliorare perché significherebbe che allora sono necessari interventi strutturali e che i lavori effettuati sono stati fatti alla vogliamoci bene. Il che poi non sarebbe poi tanto lontano dalla realtà. La scuola di Valle Martella che si potrebbe definire con orgoglio il più bel plesso scolastico della Provincia già necessita di interventi di rifacimento della facciata (di norma necessari dopo decenni) è un dato oggettivo che il quotidiano distaccamento del rivestimento esterno (mattoncini in cortina). Che dire poi delle porte e delle finestre che sono serrate con il nastro adesivo. Questo il Consigliere Procaccini lo evidenzia con foga in quanto già denunciato a ragion veduta dai rappresentanti dei genitori del Consiglio di istituto nell’Ottobre del 2009. L’agibilità investiva poi l’edificio scolastico originario ma è stato ampliato ragion per cui anche per i nuovi ambienti si deve avere l’assicurazione della staticità e dell’agibilità.
Il Comune afferma che gli impianti idraulici della scuola sono a norma. Forse lo saranno quelli interni alla scuola ma per le condutture che dall’esterno portano l’acqua all’edificio scolastico si può dire altrettanto ?! la domanda non è retorica perché se è vero che la rete idrica deve essere interamente rifatta, come ha riconosciuto la stessa ACEA ATO 2, se è vero che l’acqua portata dalle nostre condutture va in dispersione come dimostrano gli interventi quasi quotidiani sulle tubature di Valle Martella allora ci si deve chiedere se l’acqua portata nella scuola di Valle Martella sia potabile perché laddove vi è infiltrazione per una dispersione vi può essere inserimento di terriccio, insetti e dunque infezioni.
In merito alle condizioni di ordine e pulizia dei plessi scolastici invece è da rilevare come nella scuola di Valle Martella nell’anno 2009 sono stati rinvenuti nel parco giochi sottostante la scuola vetri, siringhe e profilattici. E vogliamo parlare dell’arredo del parco che si presentava altamente pericoloso per l’incolumità dei bambini?!
Quello che con tutte le interrogazioni a volte apertamente altre tra le righe si è sempre richiesto è fare in modo che i bambini vivano in un ambiente sano ed ospitale con ciò riferendosi non solo all’opera muraria scuola ma anche al clima che si vive all’interno della scuola che insegnanti, bidelli, Preside della Scuola o suo facenti funzione devono fare in modo che sia di serenità ed armonia. Gli insegnanti hanno l’obbligo di esigere un clima come quello descritto, al contrario si assiste ad episodi di scorribande di minori che maltrattano gli insegnanti, fanno i dispetti ai loro compagni di classe, uno dei quali ha dovuto richiedere anche le cure del pronto soccorso. I genitori protestano e che si fa ? Nulla. Gli insegnanti del minore che andrebbe ripreso, il quale ha un nome e cognome molto noto al Comune per i reclami dei genitori, non segnalano la gravità dei fatti, motivo paura che da insegnanti precari non possano per questo essere confermati di ruolo ?!. I bidelli altrettanto. La ragione ?! Sconosciuta, a meno di non voler analizzare come siano diventati bidelli. Ed ecco che i genitori vengono lasciati a loro stessi. Il minore che ha bisogno di una figura di A.E.C. in grado di collaborare da sostegno al gruppo classe e del bambino se lo vede assicurare per poche ore; il Comune che dovrebbe verificare come viene educato il minore e se del caso attivarsi con gli assistenti sociali per intervenire sul rapporto educativo genitori-figli latita. Ma il lavoro del Comune lo può svolgere solo questi.
Tutto ciò premesso
A conclusione di quanto esposto voglia il Sindaco e gli assessori ai LL.PP., alla Pubblica istruzione ed al bilancio per quanto di rispettiva competenza assicurare se viene garantita la sicurezza dei bambini all’interno e fuori delle classi di sicurezza dei plessi scolastici, in particolare di Valle Martella e di Colle dei Frati (dove con riferimento alla Scuola di Colle dei Frati si è verificato quel grave episodio a tutti noi noto). Sarebbe, inoltre, opportuno che le SS.VV. rendicontassero e come è stata spesa, se lo è stata la somma introitata dalla Regione che il Primo Cittadino si impegnava ad investire per i plessi scolastici fornendo anche i documenti comprovanti quanto dichiarato
Cons. Procaccini

domenica 13 dicembre 2009

PROSSIMO CONSIGLIO. giorno 17.12.2009 ore 19,30

PALEZZETTO DELLO SPORT VALLE MARTELLA.
Prima pietra palezzetto dello sport........speriamo che non sia quella tombale perchè i presupposti sembrano essere questi.

venerdì 11 dicembre 2009

ULTERIORE DEBITO DI EURO 1.700.000,00.

LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE !!



http://marioprocaccini.blogspot.com/2009/02/voglia-e-bisogno-di-emulazione.html

DEBITO MAI SCRITTO NEL BILANCIO COMUNALE ! PERTANTO ABBIAMO UN ULTERIORE AGGRAVIO SUI GIA CONSISTENTI DEBITI FUORI BILANCIO.
Venerdì 11 Dicembre 2009 " CINQUE GIORNI "

Il Comune di Zagarolo dovrà sborsare un milione e 700mila euro per risarcire il vicino Comune di San Cesareo di quanto dovuto a seguito della scissione del 1990. Lo ha stabilito una sentenza del Tribunale di Tivoli, sezione distaccata di Palestrina, che si è finalmente espressa sull’annosa questione originata dalla ripartizione territoriale e patrimoniale tra San Cesareo e Zagarolo.
Una disputa che nasce da una delibera della Giunta regionale che, nel 1995, stabilì con esattezza il piano di ripartizione tra i due Comuni e l’esatto ammontare delle somme spettanti a ciascuno. Delibera a cui Zagarolo non diede mai seguito costringendo San Cesareo, dopo aver diffidato e messo in mora il Comune confinante, ad adire le vie legali. Al termine di una partita processuale particolarmente serrata, il giudice unico ha accolto in toto le richieste di San Cesareo, condannando Zagarolo a pagare un milione e 84 mila euro più interessi, ovvero quasi 1 milione e 700mila euro.
«Finalmente - commenta a caldo il sindaco Pietro Panzironi - una sentenza che chiude questa annosa vicenda. La cospicua somma che ci viene riconosciuta, maggiorata dagli interessi maturati dal 2005 ad oggi, verrà reinvestita in interventi a beneficio della collettività. Un grazie alla magistratura per la celerità con cui è arrivata ad esprimersi».
«Le mie congratulazioni - aggiunge il vice sindaco, e assessore al Bilancio, Massimo Mattogno - vanno in particolare all’Avvocatura comunale che ha condotto l’azione con competenza, professionalità e abnegazione. Una conferma della giustezza delle scelte di valorizzare le professionalità di cui disponiamo, limitando al minimo le spese per incarichi esterni».

giovedì 10 dicembre 2009

CONCORSO PUBBLICO ?

COMUNE DI ZAGAROLO

Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di n. 3 posti di “Istruttore Tecnico - Geometra” – categoria C1 – da assumere con contratto a tempo indeterminato e part-time 50% . Correzione delle prove scritte.

ELENCO AMMESSI E NON AMMESSI ALLA PROVA ORALE DEL 6 LUGLIO ORE 9.00 PRESSO AULA CONSILIARE DI PALAZZO ROSPIGLIOSI -ZAGAROLO

CANDIDATO
1^ PROVA SCRITTA
2^ PROVA SCRITTA
AMMESSO/NON

CIALEI MIRKO
4.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

ANGELICA MICHELE MARCO
4.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

GALATI DAJANA
5.50
NON CORRETTO
NON AMMESSO

CESARI MARCO
7.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

ROSSI GRAZIANO
9.50
NON CORRETTO
NON AMMESSO

MORGANTE MARCO
2.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

DI CESARE SILVIO
6.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

LAMACCHIA ALESANDRA
11.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

PARCHETTI PIETRO
7.50
NON CORRETTO
NON AMMESSO

ATTARDI PATRIZIO
24.00
2.00
NON AMMESSO

DI CARLO MARZIA
12.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

MARTINO MARCO
1.50
NON CORRETTO
NON AMMESSO

MALASPINA MARCO
7.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

COCO SILVIA
6.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

ZAMPONI MAURO
16.50
NON CORRETTO
NON AMMESSO

PALUMBO NICOLAS
14.50
NON CORRETTO
NON AMMESSO

AUFIERO GASPARE TEOTIMO
6.50
NON CORRETTO
NON AMMESSO

LATINI DANIELE
10.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

ARRUCCHIELLO TIZIANO
10.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

POTENTI PAOLO
10.50
NON CORRETTO
NON AMMESSO

DI CAVE ALESSANDRO
15.50
NON CORRETTO
NON AMMESSO

BRINI DANIELE :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
21.00
21.00
AMMESSO


ZORZETTO SIMONE
9.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

GHIDELLA GIUSEPPE
21.50
9.50
NON AMMESSO

CANI ROBERTO::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
29.00
25.50
AMMESSO

OLIVETI DOMENICO
14.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

PETRONZI MATTEO
22.50
12.50
NON AMMESSO

MORESI DANIELE:::::::::::::::::::::::::::::::::::::
28.00
25.50
AMMESSO

BALLACCI ANGELA
18.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

MACCHIA GIULIANO
9.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

BONANNI VALERIANO:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
27.00
21.00
AMMESSO

RUBINO ALESSANDRO
21.50
0
NON AMMESSO

SILVI VALENTINA:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
30.00
26.50
AMMESSO

MARTINI ENRICO
19.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

SALVATORI SIMONE
12.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

SPINOSA MAURIZIO
23.50
12.50
NON AMMESSO

LATINI ANNUNZIO
6.50
NON CORRETTO
NON AMMESSO

LEONARDI DANIELE
22.00
0.00
NON AMMESSO

NOTARNICOLA LAURA
7.50
NON CORRETTO
NON AMMESSO

ARFANOTTI MARIANNA
3.00
NON CORRETTO
NON AMMESSO

BEVILACQUA CLAUDIA
6.50
NON CORRETTO
NON AMMESSO

CASSANESE ANTONIO
11.50
NON CORRETTO
NON AMMESSO

MAGLIANO MIRKO
10.50
NON CORRETTO
NON AMMESSO

ROMANO ERMINIO
1.50
NON CORRETTO
NON AMMESSO

LOMBARDO ALEXANDER
22.00
12,5
NON AMMESSO

giovedì 3 dicembre 2009

QUALCUNO STA ASSASSINANDO I COMMERCIANTI DI ZAGAROLO!

Il Regolamento sul commercio e' stato approvato il 17 novembre 2008 in Consiglio comunale, con il voto favorevole anche di diversi consiglieri di minoranza ex-AN, ex-UDC presenti in aula, ratificato lunedì scorso nel successivo Consiglio comunale e dopo 15 giorni esatti dalla pubblicazione presso l'albo pretorio del comune di Zagarolo.... apre il nuovo e grande supermercato in via Santa Apollaria, 3.

Che tempismo!


Qualcuno sta assassinando i piccoli/medi esercizi commerciali di genere alimentari di Zagarolo !!!



Gente svegliatevi ed informatevi a chi è intestato il nuovo supermercato di via di S. Apollaria!

E poi i tanti benpensanti comunisti (comunisti? Si fa per dire!) ed ipocriti di Zagarolo hanno anche il coraggio di criticare Berlusconi quando il piccolo "ammazza commercianti" lo hanno fatto crescere politicamente proprio a Zagarolo!


Continuate a votare il suo fedele cane da guardia del PD alle prossime comunali del 2010, così potra' completare l'opera di sterminio di tutto il commercio di Zagarolo!


Auguri!




martedì 1 dicembre 2009

Gli accessi "mobili" al centro storico di Zagarolo promessi dal Sindaco Leodori

CONSIGLIO COMUNALE DI ZAGAROLO
GRUPPO CONSILIARE “ LA DESTRA”
Il consigliere Capo Gruppo
Cav Mario Procaccini

COMUNICAZIONE AL CONSIGLIO COMUNALE
Oggetto: Scale di accesso presso via Valle della Foresta sprovvista di uscita.

In via Valle della Foresta è presente una scala comunale che dovrebbe collegare la Valle con il centro storico. La scala, dal costo approssimativo di circa 300.000 euro, termina contro un muro e non ha una via di uscita. Lo scrivente comunica al Consiglio comunale il proprio dissenso contro questo intollerabile sperpero di denaro pubblico e si riserva di denunciare presso le competenti sedi il Sindaco Leodori, l'Assessore ai LL.PP. Antonella Bonamoneta se non saranno fornite immediatamente e convincenti spiegazioni in merito a questa ridicola opera da "Striscia la Notizia".
Si allega documentazione fotagrafica
Cons. Procaccini